Riflessioni sulla ricorrenza dell’Alluvione in Romagna

Riflessioni sulla ricorrenza dell’Alluvione in Romagna

La natura e’ vita ….. ma solo se sostenuta dalla coscienza

Fino alla recente alluvione in Romagna la mia terra di origine, non mi ero mai interrogata su che cosa mi avesse spinto a percepire una forte affinità tra le mie radici e le terre friulane che dopo la mia decisione di scegliere il Friuli come rifugio per il benessere de cavalli di mia figlia, giovane amazzone scomparsa per una grave malattia, sono divenute un sorta di patria elettiva, sebbene non le avessi mai visitate prima di radicarmi, in esse, per una scelta istintiva, vivendo per lunghi periodi  a stretto contatto con una natura pressoché incontaminata. In un primo momento ho pensato alla affinità dei comportamenti dei romagnoli e dei friulani nel reagire alle calamita’, rimboccandosi le maniche, generando ondate di generosità, di solidarietà condivisa, flussi di ottimismo pur nella disperazione di un impatto che è stato tragico. Ma poi ho pensato a qualcosa di più profondo che riguarda il cambiamento in atto nella nostra visione della natura sotto la spinta non solo del dibattito attuale sul clima, sulle sue conseguenze e sulle enormi responsabilità che ci coinvolgono e di cui fatichiamo ad assumerci pienamente e consapevolmente gli oneri. E’ in atto infatti un mutamento profondo nella visione della scienza e nella interpretazione del rapporto tra mente e realtà fisica che alcuni scienziati – ancora in numero limitato- a dire il vero stanno facendo emergere vigorosamente e che ci fanno riconsiderare il concetto stesso di natura ma soprattutto la sua connessione con la vita generando possibili comportamenti salvifici .

I territori in cui si esprimono i fenomeni della natura non sono solo mappe, cartografie e rappresentazioni fisiche ma secondo uno dei concetti ricorrenti nella fisica quantistica sono quali forme esperienziali e sensibili che riguardano la mente e non solo la realtà fisica esterna: Darne una definizione precisa e difficile. In una prima approssimazione potremmo definire qualia i fenomeni come come colori, sapori ma anche emozioni, sensazioni , reazioni emotive che accompagnano la nostra vita cosciente, dunque stati mentali qualitativi non assimillabili a stati fisico-cerebrali. Da questo punto di vista i quali pongono un problema di ordine non solo epistemologico ma anche metafisico che fa emergere il problema della natura della coscienza. E a maggior ragione pone al centro il problema della coscienza quando essa ha direttamente ha che fare con la natura, cioè con tutte le senzazioni qualitative che derivano dal nostro interagire con la natura, perché la Natura va sentita innanzitutto attraverso i sensi: il tatto L olfatto, la vita sensibile appunto, che in questo senso è COSCIENZA.

E’ così che ho compreso il significato profondo di un salvataggio avvenuto in Romagna che ha permesso di mettere al sicuro 100 cavalli dopo che era dilagato il panico in un grande maneggio

Grazie alla profonda conoscenza e sensibilità nei confronti del territorio da parte del fondatore  e responsabile della struttura Di esempi come questo ne potrei citare altri soprattutto in Friuli dove il contatto con la natura e più forte più internalizzato, che contrastano invece drammaticamente con le elucubrazioni astratte degli esperti che del territorio conoscono estrinsecamente le mappe la cosiddetta realtà senza averne Esperienza con la mente,  L osservazione la sensibilità la COSCIENZA appunto , partendo dalla considerazione che oltre ai dati immediati dell’esperienza sensibile esistono anche altre forme di elaborazione di tale esperienza che sono il prodotto dell’attività pensante ad essa strettamente connessa e che hanno un carattere interpretativo. Il nostro contatto con la natura è di questo genere non è solo immediatezza ma anche interpretazione derivata dalla coscienza.

Queste osservazioni devono molto alla mente lucida e luminosa del professor Federico Faggin e alla mia vita in Friuli. Derivano anche dalla “frequentazione” delle pagine web che contengono le riflessioni e i contributi sempre attivi e dinamici della Fondazione Federico ed Elvia Faggin, la cui attività ha al centro le ricerche inerenti una nuova scienza della coscienza, partendo dal presupposto che essa sia una proprietà fondamentale e irriducibile della natura.

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