Grande Giù

Le radici dell’ umanizzazione della cura: Maimonide: la cura, la pace e il Mediterraneo

CONVEGNO

LE RADICI DELL’ UMANIZZAZIONE DELLA CURA: MAIMONIDE: LA CURA, LA PACE E IL MEDITERRANEO

 

Fondazione GrandeGIU’ per l’umanizzazione della cura
in collaborazione con
Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS)

 

Venerdì 9 febbraio 2024, ore 9
Auditorium Intesa Sanpaolo di Forlì
(Via Flavio Biondo, 16)

 

SALUTI DELLE AUTORITÀ
Ore 9,00
È stato invitato il Ministro per i rapporti col Parlamento Luca Ciriani
Gian Luca Zattini Sindaco Di Forli
Sua Eccellenza il Prefetto di Forli
Sua Eminenza Il Vescovo di Forli
Gianfranco Brunelli Vicepresidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli
È stato invitato Franco Stella coordinatore del corso di Laurea in Medicina per la sede Forlì

 

PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
Ore 9,30: Giuliana Gemelli

 

RELAZIONI
Aspetti storici : Il Mediterraneo della cura e dell’ inter-culturalità: il percorso di Maimonide.
0re, 9,40-10,10 Giuliana Gemelli
Teologia e filosofia: La visione di Maimonide
Ore 10,10-10,50 Roberto Gatti (Centro studi inter religiosi Collegio Borromeo di Pavia):Maimonide come
teologo e come filosofo: L’unità del suo pensiero
Ore 10,50-11,30 Mauro Perani (Università di Bologna): Avicenna il suo Codice di medicina nelle traduzioni
ebraiche e Maimonide
L’eredità di Maimonide
Ore 11,30-11,50 Amedeo Spagnoletto Direttore e Antonio Spagnuolo (MEIS) “Esperienze sefardite al Museo
Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS – e a Ferrara”
Ore 11,50-12,10 Rav Luciano Meir Caro (Rabbino Capo di Ferrara) e Dario Disegni Presidente (MEIS): Il lascito
intellettuale e morale di Rav Giuseppe Laras
Proiezioni Maimonidee nella storia della medicina
Ore 12,10-12,20 Alessandro Vanoli (storico e saggista) in Video: La cultura medica nel Mediterraneo nell’età
di Federico II
Ore 12,20-12,40 Maurizio Mascarin (Direttore Area Giovani CRO Aviano e Direttore Radioterapia Oncologica
CRO Aviano) e Elisabetta Pichini (Studentessa ed ex Paziente Area Giovani CRO Aviano): La modernità
di Maimonide della medicina contemporanea
Ore 12,40-13,00 Luciano Bassani (Assessore RSA Comunità ebraica di Milano, Medico fisiatra e scrittore):
L’eredità di Maimonide nella medicina moderna da un punto di vista medico ebraico
Ore 13,00 DIBATTITO

 

13,15 Lunch Break

INTERVENTI
Progetti ispirati alla lezione Maimonidea: guardando al futuro Nel Mediterrano “allargato”
Ore 15,00-15,10 Riccardo Mei, Script-writer, sceneggiatore, artista, in video: Il progetto di un Docufilm
ripercorrendo le tracce di Maimonide nelle dimensioni del presente e del futuro
Ore 15,10-15,30 Enrico Bertoni (già Direttore del Museo interreligioso di Bertinoro) e Andrea Bandini
(Manager del Centro Universitario di Bertinoro): Il Mediterraneo delle genti e delle idee
Ore 15,30-15,40 Raoul Mosconi (CEFA Ravenna): Uno sguardo sull’Africa e dall’Africa
Ore 15,40-15,55 Omar Bortolazzi (American University in Dubai): Il complesso della famiglia Abramitica tra
convivenza religiosa e soft power: riflessioni dagli Emirati Arabi Uniti
Ore 15,55-16,10 Sally Galotti (Health Care Design): L’umanizzazione pittorica nella cura
Ore 16,10-16,25 Roberto Zadik: Maimonide: musica, cultura e poesia del Mediterraneo

 

DISCUSSIONE
(Ore 16,30-17,00)

 

CONCLUSIONI
La responsabilità della cura
Ore 17,00-17,30: Francesco Lanza (Direttore dell’UO di Ematologia Ospedale delle Croci Ravenna e Università di Bologna): Una fondazione per l’umanizzazione della cura nell’ orizzonte della pace: Il progetto dell’UO di Ematologia a Ravenna
Ore 17,30: Conclusione del convegno: prospettive per il futuro

Maimonide, la cura e la pace nel Mediterraneo.
Maimonide (Cordova, 30 marzo 1135 – Il Cairo, 12 dicembre 1204), medico e teologo di matrice ebraica profondo conoscitore della cultura e del mondo arabo fu ponte fra la comunità ebraica di cui faceva parte e la comunità mussulmana per la quale svolse la professione di medico, in uno dei quartieri più popolosi del Cairo. Nel 1177, divenne capo della comunità ebraica del Cairo e nel 1185 fu nominato medico alla corte del Saladino che gli affidò la cura della sua famiglia.
Insieme ai nostri illustri relatori analizzeremo la figura di Maimonide portatore di pace, fautore di un potente dialogo interculturale e pioniere della modernità dell’etica medica non solo rispetto al suo tempo ma anche in relazione al presente. Il congresso era stato pensato già prima che scoppiasse la guerra nella striscia di Gaza, ma alla luce dei recenti fatti ci sembra quanto mai opportuno avere il coraggio e la determinazione nell’affrontare questi temi che riguardano la storia universale della nostra civiltà e la continuità delle sue potenzialità di dialogo nella pace e nella crescita di una visione e di una pratica umanizzata della cura. Il convegno rappresenta l’ancora nella navigazione di una nuova fondazione creata da Giuliana Gemelli e Francesco Lanza, un’umanista e un medico, per potenziare i nuovi orizzonti della cura inscindibili da quelli del prendersi cura.

Maimonide e il Saladino: cura e pace, un binomio inscindibile

 

Vi fu un periodo nel Medioevo spagnolo attraversato dall’intensificarsi di intrecci scientifici e culturali di immensa portata. Aree urbanizzate, come quella di Cordova, denominata “Luce dell’Andalusia” tra il IX e l’XI secolo furono caratterizzate da una temperie culturale e sociale in cui il dogmatismo dei principi islamici era controbilanciato da una soglia elevata di tolleranza nei confronti ti di ebrei e cristiani e da altrettanto elevati livelli di scambio e di dialogo interculturale tra mondo Ebraico, Cristiano ed Arabo. Ciò era tanto più evidente per una branca del sapere- la medicina- che si valeva di una casta professionale di medici ebrei che nel califfato consolidavano una tradizione di moderazione e saggezza ad un tempo terapeutica, umana e sociale, sostenuta da una profonda e consolidata visione e pratica religiosa.In questo periodo seppure di non lunghissima durata regnò la pace e con essa si intensifico il benessere della popolazione che riguardò l’ anima e il corpo. Vennero creati luoghi di accoglienza e di cura in cui si praticavano le arti, la musico-terapia, la terapia degli aromi e dei profumi , si studiò e si diffusero scuole dedicate, spesso create in giardlni profumati e luoghi di preghiera, al sapere medico utilizzando l arte raffinata della traduzione. In questa breve età dell oro visse Mose Maimonide discendente da un’antica famiglia rabbinica. Il Padre era giudice del tribunale rabbinico, astronomo e matematico. Da Lui Maimonide apprese insieme l’amore per le scienze e lo studio della Torà e del Talmud e cosi divenne filosofo, poeta medico scienziato grande conoscitore della lingua e della cultura araba. Il brusco dissolversi di questa temperie nella morsa delle invasioni berbere dal Magreb e della reazione islamica alla riconquista cattolica, costrinse Maimonide e la sua famiglia a numerose peregrinazioni nelle diverse aree del Mediterraneo fino a quando, a seguito di una drammatica vicenda familiare- la morte del fratello e la perdita del patrimonio in un naufragio- approdo in Egitto- a Fustad, parte vecchia del Cairo, dove Maimonide si concentrò soprattutto sugli studi e la pratica medica divenendo ben presto il medico del Saladino, fondatore della dinastia degli AYYUBIDI e di tutta la sua corte in un momento in cui in una vasta area che comprendeva Egitto, Palestina, Siria e Alta Masopotamia si conobbe un’atmosfera di pace e potè diffondersi grazie alla fama raggiunta da Maimonide un’ attenzione crescente rivolta alla cura della popolazione, al di là delle differenze linguistiche religiose e di status economico e sociale Al centro della visione che animava l’ operare di Maimonide era un approccio all pratiica medica che aveva al centro la PERSONA intesa come unità di anima e di corpo e ispirata da una filosofia dell armonia e dell attenzione a difendere la salute, potenziando la cura dell’anima, cioè la dottrina della medietas, insieme a quella del riequilibrio, della restituito, tenendosi lontani dagli opposti estremi, l’interventismo terapeutico e l’astensionismo. Il principio ebraico della giustizia riequilibratrice è al centro dell’operare di Maimonide. In una una delle pagine più belle tra i numerosi scritti di Maimonide possiamo leggere la preghiera quotidiana del medico da cui traggo alcune citazioni con l auspicio che L universo del sapere Maimonideo e della sua matrice di cura e di pace diventi patrimonio condiviso nella società del presente e si diffonda soprattutto tra i giovani medici :“in colui che soffre- scrive Maimonide- concedimi di vedere solamente l’essere umano. Illumina la mia mente perché veda con chiarezza ciò che le sta davanti intuisca ciò che è assente o nascosto. Fa che possa riconoscere ciò che è visibile, ma non permetterle di arrogarsi il potere di vedere ciò che non può essere visto. Delicati e infiniti sono infatti iconfini di quella grande arte che è la cura della vita e della salute delle tue creature”. Non é sorprendente che a questa visone Maimonide associasse l’umiltà “Se qualcuno più saggio di me volesse migliorarmi e consigliarmi, fa che a mia anima segua con gratitudine la sua guida; perché vasta è la nostra arte” riconfermando cosi le parole del profeta Geremia. Il pericolo più grande dell’operare del medico é curare “le ferite del popolo solo in superficie, dicendo pace pace, dove pace non c’é”.

Fotografie dell'evento
L'articolo di Teresa Indellicati su Corriere Romagna

Oggi convegno sul medico e teologo Maimonide
Appuntamento dalle 9 alle 17 all’Auditorium Intesa San Paolo per una giornata di studi
FORLÌ
MARIA TERESA INDELLICATI

Si intrecciano ricordo e progetti, storia e futuro nel convegno “Le radici dell’umanizzazione della cura. Maimonide: la cura, la pace e il Mediterraneo”, in programma oggi dalle 9 alle 17) all’Auditorium Intesa Sanpaolo di Forlì, in via Flavio Biondo, 16. Coordinata dalla studiosa di origine forlivese Giuliana Gemelli e Francesco Lanza, la giornata di studi mira a illustrare la figura del medico e teologo Maimonide vissuto fra il 1135 e il 1204, fautore di un dialogo interculturale e pioniere dell’etica medica. La sessione del pomeriggio (alle 15) è dedicata invece ai “Progetti ispirati alla lezione Maimonidea: guardando al futuro nel Mediterraneo allargato”. «Il merito di questa riflessione va anche ai miei maestri – spiega Giuliana Gemelli – come Fernand Braudel, grande storico del Mediterraneo, e il rabbino Giuseppe Laras, il principale studioso di Maimonide in Italia. Ma anche le vicende della mia vita mi hanno fatto avvicinare alla sua visione della cura». Perché? «Mia figlia Giulia se n’è andata a 23 anni per una grave malattia, ma mi ha lasciato un meraviglioso testamento spirituale in cui mi invita a fare per gli altri quello che aveva ricevuto lei. La diagnostica, la terapia sono fondamentali infatti, ma occorre anche guardare al benessere del paziente, e di questo Maimonide aveva già gettato le basi quasi mille anni fa». Il convegno è occasione per ufficializzare la nascita di una fondazione per l’umanizzazione della cura. «Avevo già creato un’associazione su questi temi, GrandeGiu for Love and Care, e l’incontro con Maimonide è stato quasi inevitabile: attraverso il suo lavoro rivolto a ricchi e poveri, ad amici e nemici, lo studioso voleva rendere effettiva l’idea che la cura riguarda l’anima e il corpo». Maimonide: intellettuale ebreo che parlava l’arabo, conosceva la medicina di quella cultura e fu medico personale del ministro per l’Egitto di Saladino. «Ebbe la fortuna di vivere in un periodo di pace in cui il dialogo fra culture poteva esistere. Non sono le comunità infatti a volere le guerre ma la loro voce spesso viene coperta da quella di chi per i suoi interessi fomenta l’ostilità fra i popoli. Lo vediamo oggi: la polarizzazione in atto fa sì che i conflitti finiscano per rientrare in una sorta di “normalità”, che però non è altro che una negazione di civiltà. E allora dobbiamo combattere: con le idee, certo, per affermare valori, per rendere universali i diritti anche nei confronti di chi non ha voce. E per condividere il principio della dignità della cura, e di un approccio umano nei confronti di chi soffre».